CITTA' DEL VATICANO - Leone XIV ha ricevuto i partecipanti alla 39ª Conferenza di MINDS International, la rete globale delle agenzie di stampa, e ha ricordato che "l'informazione è un bene pubblico" che deve essere protetto. Ha detto che i giornalisti nelle zone di conflitto che sono "vittime dell'ideologia di guerra" non devono essere dimenticati e ha chiesto il rilascio di coloro che sono imprigionati e perseguitati. Ha messo in guardia dalla diffusione di informazioni e tecnologie "spazzatura", che non devono mai sostituire l'uomo.
"Se oggi sappiamo cosa è successo a Gaza, in Ucraina e in ogni altro Paese insanguinato dalle bombe, lo dobbiamo in gran parte" ai corrispondenti e ai reporter inviati sul campo. Ma molti di loro sono perseguitati e imprigionati: devono essere liberati perché "essere giornalisti non può mai essere considerato un crimine, ma un diritto che deve essere protetto". Leone XIV ha sottolineato il ruolo fondamentale dei giornalisti nella società e nella storia del mondo durante l'udienza ai partecipanti alla 39ª Conferenza di MINDS International, la rete mondiale delle agenzie di stampa, ricevuti il 9 ottobre nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. In un discorso ricco di contenuti, il Papa ha chiesto di continuare a promuovere "un'informazione libera, accurata e obiettiva" e di formare "coscienza" e "pensiero critico", soprattutto in un'epoca di "informazione spazzatura" e in un'era digitale che spesso confonde "il falso con il vero" e "ciò che è autentico con ciò che è artificiale".

Giornalisti che rischiano la vita
Il Papa ha indicato in particolare i reporter nelle zone di conflitto: "Ogni giorno ci sono reporter che rischiano la vita perché la gente possa sapere come stanno le cose", ha sottolineato, precisando che "in tempi come i nostri, pieni di conflitti violenti e diffusi, sono molti quelli che cadono in battaglia" e sono "vittime della guerra e di un'ideologia bellica che vorrebbe impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro". "Non dobbiamo dimenticarli!", ha detto il Papa, citando uno dei suoi primi discorsi subito dopo l'elezione, l'8 maggio, ai giornalisti di tutto il mondo che stavano coprendo il conclave. Questa volta, ha anche ripetuto il suo appello "per la liberazione" dei giornalisti "ingiustamente perseguitati e imprigionati per aver cercato di fare informazione".
La libera informazione è il pilastro su cui si regge la nostra società e noi abbiamo il dovere di difenderla e garantirla.
Supporto alle agenzie e ai giornalisti
Il Papa ha ricordato che "queste testimonianze estreme" sono "il culmine del lavoro quotidiano di molte persone che si impegnano affinché l'informazione non venga svalutata da altri obiettivi contrari alla verità e alla dignità dell'uomo". Ha inoltre affermato che "l'informazione è un bene pubblico che tutti dovremmo proteggere". Per Leone XIV, è un "paradosso" che "nell'era della comunicazione" siano in crisi sia le "agenzie di informazione" che gli "utenti dell'informazione". "Nessuno oggi dovrebbe poter dire 'non sapevo'", ha sottolineato Leone XIV, incoraggiando i giornalisti nel loro servizio "così importante". Ha inoltre esortato a creare "un circolo virtuoso che giovi al corpo sociale", ovvero il circolo che si crea tra lettori e creatori:
Ciò che è veramente costruttivo è un'alleanza tra cittadini e giornalisti nel perseguimento di una responsabilità etica e civica. Una forma di cittadinanza attiva consiste nel valorizzare e sostenere quei lavoratori e quelle agenzie che dimostrano serietà e autentica libertà nel loro lavoro.
Il Papa ha sottolineato che la "trasparenza delle fonti e della proprietà", la "responsabilità", la "qualità" e l'"obiettività" sono la chiave per "far sì che i cittadini riacquistino il loro ruolo di protagonisti del sistema e siano convinti di avere diritto a un'informazione degna di questo nome".
Leone XIV ha inoltre sottolineato che i giornalisti delle agenzie di stampa in particolare sono "chiamati a essere i primi sul campo, i primi a portare le notizie", soprattutto "in un'epoca di trasmissione permanente in diretta e di digitalizzazione sempre più pervasiva dei mezzi di comunicazione di massa". Molte volte devono "scrivere velocemente, sotto pressione, anche in situazioni molto complesse e drammatiche". Svolgono quindi un servizio particolarmente "prezioso" e "devono essere un antidoto alla diffusione di informazioni "spazzatura""; ciò richiede "competenza, coraggio e senso dell'etica". Le agenzie di stampa, ha proseguito il Papa, sono chiamate "ad agire nell'attuale contesto comunicativo secondo principi - purtroppo non sempre condivisi - che legano la sostenibilità economica dell'impresa alla tutela del diritto a un'informazione corretta e pluralistica".
È necessario liberare la comunicazione dall'inquinamento cognitivo che la corrompe, dalla concorrenza sleale, dal degrado dovuto al click bait.
Supervisione degli algoritmi
"Non siamo predestinati a vivere in un mondo in cui non è più possibile distinguere la verità dalla finzione", ha assicurato poi Papa Leone XIV. Ha anche citato Hannah Arendt, secondo la quale "il soggetto ideale di un regime totalitario non è un nazista o un comunista convinto, ma una persona per la quale non esiste più alcuna differenza tra realtà e finzione". Il Papa ha poi sollevato importanti questioni, soprattutto per quanto riguarda le nuove tecnologie.
Gli algoritmi generano contenuti e dati a una scala e a una velocità mai viste prima. Ma chi li guida? L'intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui ci informiamo e comunichiamo, ma chi la guida e a quale scopo?
"Dobbiamo essere vigili", ha ammonito il Papa, "perché la tecnologia non sostituisca l'uomo e perché le informazioni e gli algoritmi che oggi la governano non siano nelle mani di pochi". Ha quindi ringraziato i giornalisti attivi nell'associazione per le loro "riflessioni" su queste sfide attuali.
L'appiglio della civiltà contro le sabbie mobili della prossimità
"Con il vostro lavoro paziente e coerente, potete essere un baluardo contro coloro che, attraverso l'antica arte della menzogna, cercano di creare contraddizioni per governare attraverso la divisione; un baluardo della civiltà contro le sabbie mobili della prossimità e della post-verità", ha sottolineato il Papa al termine. "L'economia della comunicazione non può e non deve separare il suo destino dalla condivisione della verità".
Non svendete mai la vostra autorità!
Isabella H. de Carvalho - Città del Vaticano