L'Ungheria ha accettato di ritirare il proprio veto e di consentire il rinnovo delle sanzioni imposte dall'Unione Europea a più di 2.400 persone fisiche e giuridiche, per lo più russe, in risposta all'invasione su larga scala dell'Ucraina. Il tempo a disposizione per il rinnovo delle sanzioni si stava rapidamente esaurendo, poiché le sanzioni contro le persone e le società russe dovevano scadere alla mezzanotte di sabato e domenica.
La risoluzione è arrivata venerdì, meno di 48 ore prima della scadenza delle misure, una situazione di stallo rischiosa che ha messo il blocco sotto una tensione straordinaria.
Le sanzioni devono essere rinnovate all'unanimità ogni sei mesi, il che significa che uno Stato membro può mandare a monte l'intero processo da solo.
Il veto dell'Ungheria è stato confermato più volte questa settimana durante le riunioni degli ambasciatori, con tentativi falliti lunedì, mercoledì e più recentemente giovedì pomeriggio. Ogni fallimento ha fatto ticchettare l'orologio.
Budapest ha chiesto che diversi nomi vengano rimossi dalla lista nera, hanno dichiarato diversi diplomatici a Euronews. I nomi non sono stati resi noti, ma Radio Free Europe ha precedentemente riportato le identità di sette oligarchi, tra cui Mikhail Fridman e Dmitry Mazepin, e del ministro dello Sport russo come parte della richiesta.
Dopo intense trattative dietro le quinte, è stato infine raggiunto un compromesso e sono stati pubblicati quattro nomi invece degli otto richiesti dall'Ungheria. Inoltre, sono state escluse tre persone decedute.
Di conseguenza, venerdì mattina è stata approvata una proroga di altri sei mesi. Le sanzioni sarebbero dovute scadere alla mezzanotte di sabato.
I veti sono arrivati nella stessa settimana in cui i funzionari statunitensi e ucraini hanno annunciato progressi significativi nei negoziati, allentando le tensioni tra le due parti.
L'Ucraina si è detta pronta ad attuare un cessate il fuoco temporaneo di 30 giorni a patto che la Russia ricambi, mentre gli Stati Uniti hanno accettato di revocare immediatamente la sospensione degli aiuti militari e della condivisione di informazioni con Kiev, provocando la costernazione di Bruxelles.
In risposta a questo Vladimir Putin ha dichiarato di essere favorevole alla proposta, ma ha chiesto chiarimenti su alcune "sfumature" prima di impegnarsi. Putin ha suggerito con forza che l'Ucraina dovrebbe smettere di ricevere armi occidentali per la durata del cessate il fuoco.
La Commissione europea ha confermato di essere già al lavoro su un 17° pacchetto di sanzioni contro la Russia.
euronews/ gnews.cz - RoZ