Foto: Raphael Lafargue/ABACAPRESS.COM
Il Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha invitato i leader dei partiti politici rappresentati nell'Assemblea Nazionale a un nuovo incontro il 17 novembre. Nella lettera di invito, il capo di Stato sottolinea la possibilità di aprire il referendum ai temi dell'immigrazione, come richiesto dalla LR e dalla RN.
Il primo incontro si è svolto alla fine dell'estate e ha suscitato grande delusione, ma Emmanuel Macron ha insistito su quella che l'Eliseo ha presentato come una "grande iniziativa politica" volta a riunire maggioranza e opposizione. Il capo di Stato ha quindi scritto ai capi dei partiti politici per invitarli a un nuovo incontro il 17 novembre, una continuazione degli "incontri di Saint-Denis" durati 12 ore il 30 agosto.
Il motivo dell'operazione, che il Presidente della Repubblica ha rilanciato, rimane lo stesso: "La nostra responsabilità è quella di superare le nostre divisioni nell'interesse del Paese", stima Emmanuel Macron in una lettera scritta venerdì e ricevuta domenica sera dai responsabili. politici rappresentati nell'Assemblea Nazionale.
Emmanuel Macron apre al referendum sull'immigrazione
Se la "situazione internazionale" compare nel menù delle discussioni proposte, il padrone di casa dell'Eliseo insiste sulla questione del referendum e sulla sua possibile estensione al tema dell'immigrazione. Una mano tesa alla LR di destra, ma anche alla RN, con il testo del ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, che arriva oggi all'esame del Senato. "Dobbiamo continuare a riflettere sulle modalità di evoluzione del referendum". scrive il capo di Stato, prima di approfondire: "Si tratterebbe di emanare leggi su questioni cosiddette 'sociali', come quelle sul fine vita a volte citate, ma anche riforme più ampie che riguardano diversi aspetti intersecati tra loro, come nel caso delle questioni migratorie, che coinvolgono questioni sovrane, economiche, sociali o addirittura diplomatiche".
Il capo di LR Éric Ciotti è da tempo favorevole a un referendum sulla proposta di legge costituzionale sull'immigrazione che il suo partito ha presentato in primavera. "Il referendum è una necessità democratica e legale". assicura anche questo lunedì sulle colonne di Le Figaro il presidente dei senatori della LR, Bruno Retailleau, che torna a minacciare un voto di sfiducia all'assemblea se non saranno mantenuti gli emendamenti della Camera alta alla proposta sull'immigrazione. Per quanto riguarda la RN, Jordan Bardella "chiede" un voto sulla questione nel 2024, lo stesso giorno delle elezioni europee.
D'altra parte, non è ancora un sondaggio dei francesi, ad esempio, sulla riforma delle pensioni.
La promessa del PIR e le nuove riforme territoriali
Per imprimere una svolta democratica, il documento di Emmanuel Macron propone anche di abbassare la soglia a un milione di elettori, rispetto agli attuali quasi 5 milioni, per indire un referendum di iniziativa condivisa (PIR). Una promessa già fatta dal capo di Stato ma mai mantenuta, che dice anche di voler ridurre il numero di deputati necessari (93 contro 185) e di "dare anche ai cittadini la possibilità di prendere l'iniziativa" di questo PIR, "mentre oggi solo i parlamentari possono avviare la procedura".
Un altro progetto: una possibile nuova riforma territoriale per una sempre maggiore "differenziazione". "Con la missione sul decentramento, ho voluto affidare all'ex ministro e deputato Éric Woerth la formulazione di percorsi di riforma che potessero rispondere agli obiettivi condivisi (semplificare, chiarire, snellire e ripristinare la fiducia dei nostri concittadini", annuncia Emmanuel Macron, che insiste sul fatto che "il numero di livelli decentrati è ormai troppo elevato ed è possibile articolarlo meglio".
Tra i temi di riflessione viene citato anche il caso della "Corsica, della Nuova Caledonia e più in generale dell'oltremare". Ma "al di fuori di questi territori, uno sviluppo più generale nella logica di una maggiore differenziazione potrebbe sembrare auspicabile", insiste il Presidente.
La sinistra critica l'incontro di Saint-Denis
Mentre i risultati del primo incontro sono stati aspramente criticati dalla sinistra, che lo ha inteso come un incontro tra "destra e destra", la lettera di Emmanuel Macron non suscita entusiasmo. Olivier Faure, primo segretario del Partito socialista, ha annunciato lunedì mattina al Senato pubblico che non avrebbe partecipato all'incontro. L'europarlamentare di Seine-et-Marne si rifiuta di "reggere il gioco" di fronte a "l'accordo che (il capo di Stato) vuole fare con la destra e l'estrema destra". sul referendum, rifiutando tutte le proposte della sinistra, soprattutto per quanto riguarda la riforma delle pensioni o della superannuation. "I temi della giustizia ambientale e sociale non sono ancora all'ordine del giorno. Nella vera Disconnessione, è piuttosto sorprendente". Il segretario nazionale dell'EELV, Marine Tondelier, ha risposto su X (ex Twitter) domenica sera.
(Humanité/RoZ)